Utilisateur:Jeantantou/Thèmes du SdA

Thèmes du roman modifier

Sens du roman modifier

Le Seigneur des Anneaux peut être vu comme une exploration, de la part de Tolkien, de son intérêt pour la philologie, les contes de fées et la mythologie, aussi bien nordique que celtique.

En effet, Tolkien remplit d'une manière incroyable son œuvre de détails et de spécificités : il crée une véritable mythologie personnelle pour sa Terre du Milieu, avec la généalogie des ses personnages, les langages des différents peuples, leurs traditions, les calendriers et d'histoires ; des détails qui vont souvent au-delà de la narration des différents livres, qui se suffisent donc à eux-mêmes.

Beaucoup de ces matériaux supplémentaires sont contenus dans les appendices du Retour du Roi, et sont également utilisés dans le récit mythologique du Silmarillion.

Il faut aussi dire que le professeur a toujours parlé du manque de mythologie dans la littérature anglo-saxonne : en effet, selon Tolkien, l'invasion normande de l'Angleterre en 1066 fut une vraie tragédie pour la tradition, la langue et la culture indigène. Le Seigneur des Anneaux est une des œuvres avec laquelle il souhaite colmater cette absence, en créant ainsi une mythologie pour l'Angleterre.

J. R. R. Tolkien a décrit son roman comme «a fundamentally religious and Catholic work», « un travail fondamentalement religieux et catholique[1]». « La vertu de la miséricorde et de la pitié (de Bilbo et Frodo Bessac envers Gollum) gagne, et le vers du Notre PèrePadre Nostro "Et ne nous soumet pas à la tentation mais délivre nous du mal" résonne dans l'esprit de Tolkien avec la lutte de Frodo contre le pouvoir de l'Anneau Unique[2]». Tolkien doit répéter plusieurs fois que son œuvre n'est pas une allégorie d'aucune sorte, mais, bien que sa pensée sur le sujet soit clarifiée dans l'avant-propos au livre, il y a eut de nombreuses spéculations qu'il a fortement déniées., comme celle selon laquelle l'Anneau unique serait une allégorie de la bombe atomique.

La trame du Seigneur des Anneaux suit celle du précédent roman, Le Hobbit et, d'une manière moins directe, celle du Silmarillion, qui contient des événements auxquels se réfèrent les personnages de Tolkien au court du récit ; ces liens entre ces différentes œuvres sont une constante chez l'auteur : les Hobbits se retrouvent impliqués dans une aventure plus grande qu'eux, impliquant entièrement le monde fantastique, quand le Seigneur Sombre Sauron, serviture du mal, cherche à retourner en possession de l'Anneau Unique, qu'il a forgé et qui lui restitura tout son pouvoir.

Thèmes religieux modifier

Come già visto Tolkien, «cattolico di romana Chiesa» come spesso ama definirsi nelle sue lettere, descrive il suo romanzo come «un lavoro fondamentalmente religioso e Cattolico» in quanto in esso si possono cogliere molti aspetti che caratterizzano la vita cristiana. Nell'opera si rintracciano, nondimeno, riferimenti riconducibili più generalmente alle religioni nel loro complesso e alle loro teologie.

Tolkien ha dunque scelto alcuni dei temi con cui ogni cristiano si rapporta, riuscendo tuttavia a trattarli con un elegante linguaggio alternativo:

L'espérance est certainement l'aspect le plus noble que ? le livre entier : les peuples libres espèrent, contre toute prédiction, de réussir à se libérer du mal (Sauron) qui est en train, lentement et inexorablement, de conquérir la Terre du Milieu : même Saruman le Blanc, jadis défenseur du bien, finit par être corrompu.

La differenza fra speranza e disperazione è molto sottile, ma, nel libro, si coglie in maniera precisa: ciò che le divide è la Provvidenza, a cui la prima fa affidamento, a differenza ovviamente della disperazione. La provvidenza agisce continuamente, ma in maniera nascosta: Gandalf ritorna come Gandalf il Bianco per portare a termine la sua missione; il Palantír lanciato come fosse un comune sasso e usato da Pipino diventa un vantaggio per Frodo e Sam; Gollum compie ciò che Frodo non può più con l'Unico Anello, nonostante non avesse intenzione di distruggerlo: Gollum con il suo intervento ha liberato Frodo dal potere dell'Unico Anello, mentre se non fosse stato così Frodo non sarebbe mai riuscito a gettarlo. Non è il caso che guida questi eventi, così come non lo è il fatto che ci siano degli Stregoni che, almeno inizialmente, sono giunti per aiutare i popoli liberi a combattere contro il male. Continuando questo percorso si scopre come gli umili siano i veri vincitori: non solo il piccolo e umile popolo Hobbit, ma anche i più umili di esso, come Sam.

L'Umiltà è una qualità piuttosto ricorrente nel romanzo, assieme all'Amicizia: esse danno la forza a Sam di sopportare situazioni di ogni tipo: pericolose, ingiuste e neanche affidate a lui, bensì al suo padrone (e migliore amico) Frodo. A fianco a quello dell'amicizia vi è, inoltre, il tema dell'Amore, narrato magnificamente nelle storie di Aragorn ed Arwen, Éowyn e Faramir, Sam e Rosie, nonché nella leggenda di Beren e Lúthien, storie dalle quali traspare la nobiltà, la purezza e la bellezza di questo sentimento, non legato esclusivamente alle semplici passioni.

La Misericordia e la Pietà sono temi molto frequenti non solo in quest'opera ma anche negli altri scritti di Tolkien; erano temi a cui Tolkien volle dedicare particolare attenzione: in linea generale, il tema principale del libro potrebbe essere identificato come la lotta tra il bene e il male, e per questo Tolkien era stato considerato da alcuni manicheo, dato che i personaggi del libro tendono per natura o al male assoluto o al bene assoluto; in verità non è così, dato che tutti i personaggi nel corso della loro storia hanno potuto scegliere: anche un essere come Gollum, un tempo un normalissimo hobbit, mentre poi ha fatto di tutto per non permettere a Frodo di distruggere l'Anello.[3] In La Compagnia dell'Anello, Gandalf racconta a Frodo che Bilbo, che era una persona buona, che non poteva vedere la morte e la distruzione, non volle uccidere neanche un essere ripugnante come Gollum, proprio perché ebbe pietà di lui,[4] e proprio la pietà di Bilbo portò alla distruzione dell'Anello, visto che, se Gollum non avesse attaccato Frodo quando si trovavano sul Monte Fato, l'Anello non sarebbe stato distrutto. A episodi come questo Tolkien dà nome di Eucatastrofe ("buona catastrofe"): il trionfo è stato quindi la conseguenza di un fallimento (da parte di Frodo) e il sacrificio (da parte di Gollum). Un altro esempio di Pietà ci è dato da quella di Théoden nei confronti di Grima Vermilinguo: il re infatti voleva ucciderlo, ma Gandalf è intervenuto, suggerendo di dargli la possibilità di scegliere da quale parte stare; anche in quel caso la pietà di Théoden ha portato a degli sviluppi positivi, come la morte di Saruman e il recupero del Palantír, nonostante che poi Grima abbia scelto di stare dalla parte del male.

Illuminante è un passo tratto dalle lettere di Tolkien: «Tolkien, in una lettera a un figlio che negli anni quaranta era in guerra, era stato arruolato nella Royal Air Force e doveva combattere il nazismo, gli diceva: "Però stai attento, figlio mio, a non odiare; non devi combattere il nemico con le sue stesse armi, e non devi usare l'anello". Glielo diceva proprio così. Pensate a un padre che scrive a un figlio in guerra dicendo: "Non devi usare l'anello". Non devi diventare come loro, non devi farti prendere dall'odio, eccetera. Credo che anche questo sia significativo della visione religiosa e umana di Tolkien.[5]». È per questo che Gandalf redarguisce Boromir, quando quest'ultimo consiglia di portare l'Anello a Gondor per usarlo contro Sauron: non si possono usare, anche per combattere contro il Nemico, le sue stesse armi.

Nel romanzo sono trattate, infine, la Morte, a cui può essere legato anche il tema del Sacrificio, la Salvezza e, attraverso riferimenti non velati, anche la tematica della risurrezione dalla morte: la prima legata all'uomo come un dono di cui nessuno conosce la natura, ma che conduce alla seconda, la salvezza, alla quale sono chiamati tutti gli esseri della Terra di Mezzo e per cui vale la pena lottare per raggiungere un mondo di pace e giustizia, privo del male. La resurrezione dalla morte avviene in Gandalf il quale, dopo lo scontro con una creatura demoniaca terribile Balrog, che riesce ad annientare e ricacciare nelle profondità della terra, ritorna alla vita per compiere la sua missione di sconfiggere il male che rischia di distruggere il mondo degli uomini.

Riguardo al sacrificio invece, non bisogna pensare ad un'impersonificazione di Frodo con il Cristo: Frodo che prende su di sé un pesantissimo fardello, per la salvezza di tutti i popoli liberi, oppure Gandalf che combatte con il Balrog fino a sacrificare la sua vita per ucciderlo per poi "risorgere" (e secondo alcuni è proprio una metafora della resurrezione), sono due paragoni errati. A questo proposito, Paolo Gulisano, autore della precedente citazione, afferma: «Frodo è Frodo, Aragorn è Aragorn, nessuno di loro è Gesù Cristo, però ci vogliono far vedere come si vive da cristiani in un mondo "pagano", come era quello della Terra di Mezzo.[5]».

Per finire, alcuni critici (anche se non vi è uniformità di interpretazioni sull'argomento) hanno visto nell'opera di Tolkien alcuni rimandi ad una simbologia numerica cristiana. Ad esempio, l'età alla quale gli Hobbit raggiungono la maturità è 33, come la presunta età di Cristo alla sua morte sulla croce; inoltre il novero degli Anelli richiamerebbe quattro tra i numeri più importanti per la cristianità, quali 1, l'unità di Dio, 3, la trinità, 7, il numero di Dio nella tradizione ebraica (il 7 è comunque un numero che ricorre spesso, nei Testi Sacri; un esempio su tutti la creazione del mondo, che sarebbe avvenuta in 7 giorni), e 9, considerato il numero perfetto in quanto tre volte la trinità.

Thèmes romantiques modifier

 
Le Rêve d'Ossian, Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1813: l'eroe è schiacciato dal peso dei suoi illustri antenati.

Ne Il Signore degli Anelli vi sono vari riferimenti ad alcuni temi romantici, primo fra tutti l'Infinito, il tema romantico per eccellenza. Il desiderio di raggiungere l'infinito si manifesta nei personaggi dell'opera di Tolkien in due modi diversi: il primo è il confrontarsi dei personaggi con qualcosa più grande di loro, che schiaccia le loro piccole individualità e supera le loro possibilità, mentre il secondo è il tentativo dei personaggi di elevarsi al di sopra delle loro possibilità. Questi due temi, prettamente romantici, vengono chiamati Sehnsucht e Titanismo (Streben).

La nostalgie modifier

La Nostalgia romantica (Sehnsucht, termine coniato dai fratelli Schlegel) è un sentimento diverso da quello che ha assunto in tempi recenti: esso, infatti, è esprimibile come una sorta di “smania del desiderare”, una costante frustrazione che pervade i personaggi dell'opera tolkieniana. Gli animi di Bilbo e Frodo sono devastati da questo sentimento, che li rende dipendenti dall'Anello e rende loro impossibile separarsene: senza di esso, infatti, essi divengono irascibili e depressi, arrivando quasi a fare del male a persone a loro care pur di riottenerlo. L'Anello diviene in questo modo l'Assoluto romantico, l'entità senza la quale l'uomo non riesce a liberarsi dalle sensazioni di impotenza e oppressione che gravano su di lui. Una volta distrutto l'Anello, Frodo non può più vivere nella Contea ma deve partire per il Reame Beato di Valinor, una sorta di rappresentazione della morte, l'unico modo in cui egli può attenuare il suo dolore. Anche gli Elfi dopo la distruzione del potente oggetto sono costretti a lasciare la Terra di Mezzo, in quanto anche i tre anelli elfici, connessi in qualche modo all'Unico, hanno cessato di funzionare; sono anche loro consumati quindi dalla brama dell'Assoluto romantico. Questo atteggiamento abbandonato, di disinteresse verso la vita è lo stesso che pervade le pagine di due grandi opere del romanticismo quali I dolori del giovane Werther di Goethe e le Ultime lettere di Jacopo Ortis del Foscolo; infatti, i protagonisti sono condotti al suicidio (o, nel caso di Il Signore degli Anelli, alla partenza per Valinor) da una vuotezza interiore che li corrode dall'interno. Nel libro L'anello che non tiene[6] questo tema è stato intuito dagli autori L. Del Corso e P. Pecere. Essi infatti affermano che: «Un senso crepuscolare, di nostalgia per un tempo irrimediabilmente distante pervade l'opera, e anche le gesta più eroiche sono presenti come l'estremo, pallido riflesso di un mondo al tramonto.»

 
Viandante sul mare di nebbia di C. D. Friedrich: esso simboleggia i temi dell'infinito e del viaggio.

La Sehnsucht può essere infine espressa anche come nostalgia verso il passato. Nell'opera vi sono dei personaggi come Aragorn e Boromir che devono sostenere sulle loro spalle il peso delle generazioni precedenti: il primo del suo antenato Isildur, il secondo, in misura minore, del padre Denethor.

Le voyage modifier

Modèle:NN Altro importante tema ripreso dal romanticismo è quello del viaggio; questo tema è strettamente connesso alla Sensucht vista precedentemente. Infatti caratteristica dell'eroe romantico è l'essere un viandante: il viaggio rappresenta l'evasione, la fuga dalla realtà di tutti i giorni, come quello rappresentato nella celebre opera romantica dell'Enrico di Ofterdingen di Novalis. Il romanzo dell'autore inglese è tuttavia un viaggio iniziatico, nel quale l'eroe impara ad affrontare le difficoltà nel corso del romanzo, e non un viaggio di formazione, in quanto i romantici non accettano l'idea di un progresso insito nei personaggi, e, in generale, nella storia umana. Il viaggiatore romantico è, come detto, un viandante; un viaggiatore che vaga senza scopo apparente, dominato dai propri impulsi naturali. Anche i membri della Compagnia dell'Anello sono dei viandanti, apparentemente spinti dal compito di proteggere Frodo e di distruggere l'Anello, ma in realtà ognuno di essi è dominato dai propri impulsi interiori. Gandalf cerca quella sfida che lo porterebbe ad elevarsi al di sopra degli altri, cosa che avviene dopo la battaglia contro il Balrog di Moria, quando tornerà nel mondo dei vivi come Gandalf il Bianco; Aragorn e Boromir vagano spinti dal peso che essi si portano sulle spalle;[7] Legolas è spinto dal desiderio di vedere Lothlorien e Gimli di visitare l'antica dimora nanesca di Moria. Gli hobbit, infine, sono spinti dal desiderio dell'avventura, ma in realtà non sanno veramente a cosa vanno incontro.

Le titanisme modifier

Modèle:NN Oltre alla Sehnsucht, altro tema romantico importante nell'opera è lo Streben, o titanismo, contrapposto ad essa; se prima la nostalgia era la rassegnazione dell'uomo a raggiungere l'infinito, il titanismo lo spinge a superare i propri limiti e le proprie possibilità per fondersi col tutto. Il più grande esempio di quest'uomo ce lo dà Johann Goethe con il suo Faust; infatti il termine utilizzato dal poeta tedesco non è titanismo, bensì Faustismo. Nel romanzo il sentimento assume perlopiù una connotazione negativa, ma mentre alcuni personaggi non riescono a resistere alla tentazione, altri riescono a superarlo; l'animo di Sauron ne è corroso, e brama l'Anello per poter diventare completo ed avere finalmente il controllo del mondo. Altri esempi negativi sono Saruman, per poter avere la supremazia e il potere, e Boromir e Denethor, convinti di poter utilizzare l'anello per salvare il proprio popolo. Ma il potente oggetto magico, andando contro natura, provoca solo distruzione e morte, portando gli uomini alla follia. Tuttavia come detto alcuni riescono a rinunciare al suo potere, come ad esempio Galadriel quando riceve l'offerta di Frodo di prendere l'Anello per sé stessa; anche Gandalf resiste, quando l'anello gli viene offerto; entrambi sanno che quel potere sarebbe troppo per loro, portandoli oltre i limiti della propria natura.

Thèmes romantiques mineurs modifier

Vi sono nell'opera di Tolkien altri riferimenti ad alcuni temi preferiti dai romantici. Uno di questi è il binomio amore/morte; per avere l'uno è necessario accettare anche l'altro. Questa tematica si adatta in maniera perfetta al rapporto fra Aragorn ed Arwen: la seconda rinuncia all'immortalità derivante dalla sua stirpe elfa per amore del primo; ella accetta quindi la morte, e dopo l'abbandono della vita da parte di Aragorn si lascia morire presso Caras Galadhon.[8] Il tema è collegato alla vita del già citato autore romantico, Novalis: la morte della sua fidanzata Sophie, avvenuta a soli 15 anni, causò in lui un mutamento, portandolo alla consuzione e facendolo morire alla giovane età di 29 anni[9]. Questo tema è il nucleo di uno dei grandi racconti di Tolkien, Il Racconto di Beren Erchamion e Lúthien Tinúviel[10]: qui i due amanti risorgono dalla morte per poter coronare il loro sogno d'amore, seppur per un breve tempo. Altro tema caro ai romantici e soprattutto a Novalis è quello della notte. La notte dei romantici viene contrapposta alla luce dell'Illuminismo: essa è collegata all'idea di oscurità, al quale rende tutto più incerto e indistinto, dando un forte senso di indeterminatezza. Esempi di questo del romanzo sono gli Hobbit che vagano per la Vecchia Foresta,[11] dove con l'oscurità gli alberi assumono delle caratteristiche umane, oppure il sasso che Pipino lancia per saggiare la profondità di un profondissimo pozzo nelle caverne di Moria[12].

Nature contre technologie modifier

La beauté de la nature a toujours été un thème cher à l'auteur anglais, à l'encontre de son exploitation et donc de l'industrie. Les antagonistes de l'histoire, en effet, sont souvent décrits par des métaphores se référant au monde des machines, comme Saroumane, qui « a un cerveau fait de métal et d'engrenages ».[13] La destruction de parties de la forêt de Fangorn pousse Sylvebarbe et les Ents à se battre contre lui. Grâce à la référence continuelle de l'industrie et de la guerre comme synonymes, particulièrement dans la création par Saroumane d'une armée d'Uruk-hai, Tolkien présente une image plutôt négative de l'industrie et des progrès de la technologie.

Relation personnages-environnement Mordor aride...

Pertes et adieux modifier

Fin dalla creazione dell'universo immaginario tolkieniano, uno dei temi maggiori che lo scrittore ha utilizzato è stato quello di una grande bellezza e gioia che avvizziscono e scompaiono prima del tempo, a causa dei poteri di un essere maligno. In Il Silmarillion, Melkor utilizza i suoi poteri prima per distruggere e contaminare le opere dei suoi fratelli e compagni Valar (le potenze angeliche del mondo)[14], poi arriva a chiedere l'aiuto di Ungoliant per distruggere i Due Alberi che davano luce all'intera terra di Aman[15].

Grazie alle macchinazioni del malefico Morgoth, Fëanor, principe dei Noldor, prima perde suo padre e poi le sue più grandi creazioni, i Silmarilli[16]; con questa azione il primo sangue elfico viene sparso ad Alqualondë[17] sul sacro suolo di Eldamar, e con esso i Noldor perdono sia la loro casa che la loro innocenza. Mandos, il Vala che conosce il destino, enuncia una profezia sui Noldor, rivelandogli che essi non troveranno pace fino al compimento del loro scopo, o morranno[18].

Nel corso della storia della Terra di Mezzo, grandi città e stati vengono creati, ma tutti sono destinate a fallire, prima che gli Elfi immortali si rendano conto che nulla di quello che hanno creato di buono sulla terra sopravvivrà a loro. Gondolin e il Nargothrond come Khazad-dûm e Númenor alla fine sono distrutte o abbandonate, sia attraverso il male proveniente dall'esterno che da un tradimento dall'interno.

Alla fine di Il Signore degli Anelli la maggior parte degli Elfi ha lasciato la Terra di Mezzo, portandosi via tutte le loro meraviglie e la bellezza che avevano creato; Lothlórien, senza il potere dell'Anello Nenya di Galadriel, partito per le Terre Immortali, avvizzisce e sparisce. Frodo è tornato nella Contea, ma a causa della ferita riportata a Colle Vento non può più vivere libero da tristezza e dolore, e quindi deve partire anche lui per Aman[19].

Infine, in una delle appendici di Il ritorno del Re, dopo due secoli di vita Aragorn muore, lasciandosi indietro una sola e mortale Arwen, che viaggia verso quel poco che resta di Lothlórien per lasciarsi morire su una pietra vicino al fiume Nimrodel, tornando in uno dei pochi posti in cui si fosse sentita davvero felice in vita.

Il tema della perdita è rafforzato attraverso alcune canzoni distribuite in tutto il libro; una delle più significative in questo senso è il poema recitato dal Nano Gimli vicino all'uscita di Moria (qui riprodotto in parte).

« Ah ! Le monde était beau et les montagnes fières
Au temps des Jours Anciens, à l'époque première
Où tant de puissants rois demeuraient en ce monde
Siégeant à Gondolin, protégeant Nargothrond,
Avant de le quitter au jour de leur ruine ;
Le monde était splendide en l'Ère de Durin.
[...]
Hélas ! Le monde est gris et les montagnes vieilles;
À la forge, le feu jamais plus ne s'éveille ;
Aux mines esseulées, les marteaux se sont tus,
Aux salles de Durin, les harpes ne jouent plus ;
L'ombre s'est étendue dans son séjour funèbre ;
La Moria, Khazad-dûm, envahie de ténèbres.
 »

— Tolkien, In Moria, in Khazad-dûm.[20]

« The world was fair, the mountains tall,
In Elder Days before the fall.
Of mighty kings of Nargothrond
And Gondolin, who now beyond
The Western Seas have passed away;
The world was fair in Durin's Day.
[...]
The world is grey, the mountains old,
The forge's fire is ashen cold;
No harp is wrung, no hammer falls,
The darkness dwells in Durin's halls;
The shadow lies upon his tomb
In Moria, in Khazad-dûm. »

— In Moria, in Khazad-dûm.[20]

La fin heureuse modifier

Il Signore degli Anelli, nonostante le peripezie raccontate, le vicende dagli sfondi più o meno tragici, la morte che colpisce sia i buoni che i cattivi, finisce con un lieto fine: il male viene sconfitto, il bene trionfa, tutto riacquista un ordine e un equilibrio. Il lieto fine può essere inteso come un riscatto dell'umanità, una sorta di fiducia da parte di Tolkien nei confronti dell'uomo. Lo scrittore inglese lascia in vita quasi tutti i personaggi della Compagnia dell'Anello, e di questi fa morire solo Boromir perché desideroso di impossessarsi dell'anello, seppur per uno scopo nobile. Il romanzo non finisce con una strage tra i protagonisti, bensì con una vittoria epica.

Questo va molto in contrasto con la vita di Tolkien, in quanto lo scrittore partecipò alla Prima guerra mondiale come soldato ed assistette agli sviluppi della Seconda; all'interno di La realtà in trasparenza si trovano dei suoi pensieri riguardanti la Prima guerra mondiale, come «Le guerre sono sempre perdute e la guerra continua sempre»[21],[22].

A questo pessimismo (e forse realismo) riguardante la società in cui vive, Tolkien accosta un lieto fine nel suo romanzo, quasi volesse creare un mondo diverso da quello nel quale viveva quotidianamente, un mondo che affronta il male con il coraggio, la determinazione, l'amicizia e lo sconfigge per ritrovare finalmente la pace. Ma chi pensa che Tolkien sia un personaggio del mondo che crea, si sbaglia: in una lettera ad Amy Ronald nel 1969 afferma: «Io in realtà, non appartengo alla storia che ho inventato, e non voglio appartenervi»[23].

  1. « La realtà in trasparenza »
  2. « La realtà in trasparenza »
  3. « Il Signore degli Anelli »: «[Esseri che tendono al male assoluto] non mi rallegrano, perché la loro esistenza sembra significare che è possibile che una specie [...] capace di scelta morale sia maligna di natura». (Elémire Zolla)
  4. « Il Signore degli Anelli »
  5. a et b {{cita web=url=http://www.associazionelapira.it/webdata/upload/Tolkien%20e%20il%20Signore%20degli%20Anelli%20-%20trascriz.PDF%7Ctitolo=Tolkien e il Signore degli Anelli - La fantasia e il potere|editore=Associazione Culturale Giorgio La Pira|autore=Paolo Gulisano|data=24 gennaio 2003|pagine= 16-17|tipo=PDF|accesso=4 giugno 2014}}
  6. « Del Corso, Pecere »
  7. Si veda il paragrafo precedente.
  8. « Il Signore degli Anelli »
  9. Modèle {{Lien web}} : paramètre « titre » manquant. [1]
  10. Questo racconto è stato composto secondo fasi successive, ma come detto il nucleo centrale si mantiene lo stesso. Le tre versioni in ordine di composizione sono:
    *« Racconti perduti »
    *« The History of Middle-earth »
    *« Il Silmarillion »
  11. « Il Signore degli Anelli »
  12. « Il Signore degli Anelli »
  13. "a mind like metal and wheels",Tolkien 1954, p. 578
  14. « Il Silmarillion »
  15. « Il Silmarillion »
  16. « Il Silmarillion »
  17. « Il Silmarillion »
  18. « Il Silmarillion »
  19. « Il Signore degli Anelli »
  20. {{Ouvrage}} : paramètre titre manquant
  21. « La realtà in trasparenza »
  22. Per un ulteriore approfondimento, si veda la sezione sui temi cristiani affrontata in precedenza.
  23. « La realtà in trasparenza »